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Spazio ai fiumi e tutela degli ecosistemi per la sicurezza idraulica

Pubblicato da Enrico Ottolini il

Se per fortuna la piena del Po dei giorni scorsi è passata senza fare danni, non va abbandonato l’impegno per rendere più sicuri i corsi d’acqua dell’Emilia-Romagna, sofferenti per lo spazio sottratto, l’incisione degli alvei, la canalizzazione e oggi alla prova dei cambiamenti climatici.

Purtroppo questo impegno è minacciato dai gravi attacchi agli ambienti fluviali emersi in queste settimane in Regione. Un emendamento della maggioranza ha evitato che passasse la proposta di “eliminare le zone di protezione speciale da tutte le aree golenali e di alveo”: una misura assurda, contraria alle norme vigenti e lontana dalle conoscenze più aggiornate sulla sicurezza idraulica.

Europa Verde apprezza che la risoluzione emendata ed approvata ribadisca concetti largamente acquisiti dalla comunità scientifica, come la necessità di ripristinare gli ecosistemi fluviali, e cancelli il termine improprio di “pulizia” dei fiumi, ma rileva con forte preoccupazione affermazioni che insinuano una contrapposizione tra tutela ambientale e sicurezza idraulica.

Per Sara Londrillo, coportavoce regionale, “in Emilia-Romagna abbiamo un grande patrimonio di conoscenze tecnico-scientifiche e di esperienze, sviluppato dai vari enti presenti sul territorio e da tecnici di varie discipline (geologi, ingegneri, biologi, forestali, ecc.) che hanno messo a punto e sperimentato modalità di intervento rispettose di tutte le funzioni dei fiumi. Il lavoro degli ultimi vent’anni, che comprende strumenti come le Linee guida per la riqualificazione fluviale, approvate dieci anni fa, va valorizzato e rilanciato, anziché mortificato ed indebolito da iniziative politiche retrograde, che rispondono all’ideologia populista della “pulizia” dei fiumi.”

Il coportavoce Enrico Ottolini ricorda i vari casi virtuosi in cui il rispristino di ecosistemi naturali ha coinciso con una maggiore sicurezza, come la riqualificazione nel Parco fluviale regionale del Taro e quella del torrente Montone a Forlì. “Oggi va posta particolare attenzione al progetto di rinaturazione del Po, il più grande progetto di riqualificazione fluviale a livello europeo, tuttora in corso, che pur gravemente ridimensionato a seguito di forti interessi privati, è oggi un riferimento di grande importanza, in vista delle risorse che saranno disponibili con il regolamento europeo sul ripristino degli ecosistemi (Nature Restoration Law). Rimozione degli elementi rigidi che determinano la canalizzazione del corso d’acqua, riattivazione delle lanche, restituzione delle aree golenali alla dinamica fluviale: sono questi alcuni dei principi che la ricerca scientifica pone come sfide per la gestione dei corsi d’acqua”.

Europa Verde sollecita la Regione Emilia-Romagna a riprendere con determinazione un ruolo da protagonista nella riqualificazione fluviale, tornando a percorrere la strada di approfondimento scientifico e di innovazione tecnica interrotta nel momento in cui si è dato spazio alla narrazione tossica della destra, che alimenta una contrapposizione del tutto artificiosa tra ecosistemi fluviali e corretta regimazione idraulica. Come sostiene il geologo Paride Antolini, è necessario, laddove possibile, rallentare il flusso delle acque, anche con alberi ed altri elementi naturali.

Europa Verde ricorda ai partiti della coalizione che va attuato il programma di De Pascale: “realizzare bacini di laminazione e aree per esondazioni controllate, de-impermeabilizzare e rendere più verdi le città, ridare spazio ai corsi d’acqua rinaturalizzando e delocalizzando i volumi incongrui, impedire nuovi insediamenti in aree ad alto rischio”.

Categorie: Generale

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