I Verdi dell’Emilia-Romagna aderiscono alla manifestazione contro il progetto ENI di stoccaggio CO2 a Ravenna

Pubblicato da Duilio Cangiari il

IL FUTURO NON SI (S)TOCCA. NO GREEN WASHING ENI, SI’ RIVIERA ADRIATICA EOLICO-SOLARE

La Federazione dei Verdi-Europa Verde dell’Emilia-Romagna aderisce alla manifestazione contro il progetto dell’impianto ENI di stoccaggio CO2 che si terrà  domani a Ravenna, e ribadisce la richiesta che si lavori invece a favore di una riviera Adriatica eolico-solare. In piazza Kennedy, alle 17, sarà  presente una delegazione dei Verdi di cui farà  parte il co-portavoce regionale Paolo Galletti. Contemporaneamente sulla pagina Facebook e sul canale YouTube della Federazione dei Verdi-Europa Verde Emilia-Romagna andrà  in onda un webinar, nel corso del quale interverranno gli scienziati Massimo Scalia, Nicola Armaroli, Vincenzo Balzani, la capogruppo regionale di Europa Verde Silvia Zamboni e l’eurodeputata Verde Eleonora Evi.

Negli anni Ottanta, grazie anche a numerose mobilitazioni animate dal nascente partito dei Verdi (vedi foto allegata) Ravenna poté evitare l’inquinamento di una prevista centrale a carbone, che fu sostituita da una centrale alimentata a metano, come combustibile di transizione verso fossili meno impattanti.

A quaranta anni di distanza i tempi sono maturi per il passaggio alle rinnovabili: eolico e solare come proponiamo da tempo, anche come elemento di riqualificazione del turismo rivierasco, in particolare per attrarre quei turisti d’Oltralpe particolarmente sensibili alle tematiche ambientali.

Imprese e sindacati che oggi si attardano a difendere un modello energetico superato, contrassegnato anche dalla crescente fuga dei fondi di investimento, non fanno un buon servizio né alle imprese né ai lavoratori. I target europei di drastica riduzione delle emissioni di gas serra, richiedono che s’imbocchi senza tentennamenti la strada della transizione ecologica ed energetica per lasciarci alle spalle l’era dei fossili. Occorre preparare da subito il passaggio deciso all’impiego delle rinnovabili riqualificando imprese e lavoratori anche con l’aiuto del pubblico.

Al contrario, il progetto dell’impianto ENI CCS di stoccaggio fino a 500 milioni di tonnellate di CO2 in depositi di metano esauriti al largo delle coste ravennate non fa che ritardare questo processo nella fuorviante illusione che tutto possa continuare ad andare come sempre, come se il cambiamento climatico non fosse già  in atto con le prime devastanti conseguenze a cui abbiamo assistito anche sulla costa romagnola, come improvvise trombe d’aria che hanno colpito mortalmente la pineta di Milano Marittima. Non abbiamo a disposizione un tempo infinito per invertire la rotta. Non c’è un Pianeta B su cui trasferire le giovani generazioni, a cui avremo reso invivibile la Terra se non tiriamo il freno d’emergenza.

La pericolosa ambiguità  del governo Draghi e del Ministro della “finzione ecologica” Roberto Cingolani in merito a questo progetto va stigmatizzata. All’impianto CCS dell’Eni il Piano nazionale di ripresa e resilienza non destina esplicitamente fondi. La prova definitiva l’avremo però dai bandi per l’assegnazione dei fondi europei. Nel frattempo, va respinta l’autorizzazione a nuove trivellazioni in Adriatico che ha avuto il via libera del governo, una scelta bocciata anche dall’Istituto Superiore di Sanità .

Siamo consapevoli che la conversione ecologica è un percorso impegnativo, che non r si risolve dall’oggi al domani. Sappiamo che riguarderà  anche le abitudini quotidiane dei cittadini, compreso l’uso domestico del gas metano. Intanto però cominciamo la transizione dalle industrie a maggioranza pubblica come l’ENI.

Silvia Zamboni, Vicepresidente Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, co portavoce regionale della Federazione dei Verdi-Europa Verde dell’Emilia-Romagna

Paolo Galletti, co portavoce regionale della Federazione dei Verdi-Europa Verde dell’Emilia-Romagna


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