Un percorso di radicamento e di autonomia culturale e politica per una svolta Verde in Emilia-Romagna
Approvato nella riunione del Consiglio Federale Regionale 2 luglio 2020
 Partendo dai documenti presentati dai Verdi/Europa Verde di Reggio Emilia, Bologna e Parma e dai numerosi interventi nelle ultime riunioni tentiamo una sintesi per gli impegni dei prossimi mesi.
Ricostruire i Verdi/Europa Verde in Emilia-Romagna tramite un forte radicamento territoriale.
A partire dalle ultime elezioni europee, che hanno visto un buon risultato nella nostra regione, superiore alle percentuali delle consultazioni europee più recenti, preparato anche dalla nostra partecipazione attiva all’ultimo congresso della Federazione dei Verdi, è iniziato un percorso di radicamento e ricostruzione di una presenza verde su tutto il territorio regionale. I capisaldi della resilienza: Bologna (dove alle ultime comunali i Verdi si sono presentati da soli), Forlì (ininterrotta presenza negli anni), Lugo (presentazione autonoma alle penultime comunali), Carpi (abbandonato il loro isolamento); dalla scorsa estate si sono costituite formalmente le federazioni provinciali di Parma, Reggio, Modena, Rimini, in aggiunta a Forlì, Ravenna, Bologna. A Piacenza ed a Ferrara esistono comunque gruppi di iscritti in via di espansione. L’assemblea regionale dello scorso autunno ha indicato le linee politiche per il futuro con la mozione approvata, e ha reso possibile la presentazione della lista di Europa Verde alle elezioni regionali con un impegno titanico di tutti, a partire dalla raccolta firme. L’elezione di Silvia Zamboni, espressione della lista Europa Verde, ha segnato il ritorno nell’Assemblea Legislativa di un soggetto verde autonomo dopo molti anni. Questo fatto cambia il nostro peso politico e può aiutare quel radicamento territoriale che oggi si rivela sempre più necessario. Individuare temi e vertenze sulle quali impegnarsi con continuità è la strada obbligata per la nostra crescita, anche elettorale. Le bolle mediatiche prima o poi si sgonfiano (Pisapia, Pizzarotti”¦) mentre la presenza quotidiana sui territori e la coerenza e chiarezza delle posizioni prima o poi fanno la differenza. Questo deve essere il nostro obiettivo primario. Supportare la nostra presenza nell’assemblea legislativa regionale ed essere supportati dal gruppo di Europa Verde nelle vertenze territoriali: ecco le due facce della stessa medaglia. La nostra esclusione dalla giunta regionale segna una ferita ancora aperta. Stiamo in modo critico e costruttivo nella maggioranza. Siamo riusciti a far approvare dall’Assemblea Legislativa nostri ordini del giorno su temi rilevanti (da ultimo, il 24 giugno, il pacchetto di tre risoluzioni: sulla Svolta verde nella ricostruzione post-Covid, sul sostegno alla mobilità ciclistica e sul rilancio del mobility management, dopo l’approvazione di un’altra risoluzione che prevede premialità a favore di imprese del settore turistico che fanno investimenti green in campo energetico, della mobilità sostenibile e della riduzione/raccolta differenziata dei rifiuti) e ad incidere sui contenuti e le azioni del Programma di Mandato della Giunta Bonaccini. Ovviamente questo non basta. Dobbiamo sapere affiancare al lavoro istituzionale una forte capacità di azione a livello territoriale, con proposte forti che sappiano indicare alternative possibili ad un modello che nel post Covid anche la giunta regionale mostra di volere intraprendere nella ricerca di una ripartenza fondata sul vecchio modello di sviluppo. L’esempio più eclatante è costituito in questo periodo nel progetto di stoccaggio della CO2 nei pozzi dismessi di ENI, frutto di una visione arretrata con cui si pretende di perpetuare i modelli di consumi energetici esistenti senza incidere sull’uso delle fonti fossili e senza ridurre la produzione di gas serra. Non solo siamo fermamente contrari a queste proposte, così come lo siamo nei confronti del revival autostradale, ma siamo stati capaci di avanzare proposte autonome e lungimiranti per mobilità e per il sostegno della transizione energetica a favore dell’efficienza energetica e dell’impiego delle rinnovabili con solare ed eolico in prima linea, diversamente da esponenti della Giunta.
Le prossime elezioni amministrative
Con il sistema elettorale a doppio turno diventa possibile ed auspicabile una nostra presentazione autonoma al primo turno. Su questo tema, dopo aver sentito le realtà locali interessate, costruiremo un documento specifico.
Dialogo con i movimenti. Cultura politica. Strumenti di lavoro.
Naturale il dialogo con i movimenti le associazioni ambientaliste, le istanze territoriali e anche le vertenze sociali che emergono dalla società . Con la consapevolezza che non siamo un’associazione ambientalista e nemmeno un sindacato, ma una forza politica con una sua identità europea e globale. La questione ambientale e quella sociale sono per noi da sempre intrecciate e le soluzioni che noi proponiamo si misurano con le situazioni reali su cui si confrontano i cittadini: qualità dell’ambiente in cui viviamo, salute e sanità , occupazione e lavoro, diritti della persona. La questione del riscaldamento globale e della conseguente emergenza climatica risulta oggi prioritaria anche grazie agli adolescenti dei Fridays for Future, per i quali i verdi hanno cominciato a manifestare prima che Greta Thunberg diventasse un’icona ecologista anche in Italia. La nostra proposta politica può evitare che questi movimenti diventino ostaggio di ideologie superate, come è successo in passato per altri movimenti. Nel massimo rispetto dell’autonomia di ogni movimento o associazione dobbiamo essere chiari nel presentare la nostra proposta politica con altrettanta autonomia. Senza alcuna subalternità . Qui emerge la necessità di rafforzare la nostra cultura politica: senza una cultura politica non si può reggere nel tempo. La nostra viene da lontano ed ha radici profonde, senza le quali non può vivere. Ma è anche capace di evolvere raccogliendo le sfide nuove, anche culturali, che abbiamo di fronte. Uno dei motivi del divario di consenso dei verdi italiani rispetto a quelli europei sta proprio nella mancanza di una cultura ecologista condivisa. In Italia è possibile sostenere una associazione ambientalista e poi votare partiti non propriamente, coerentemente ambientalisti: una sorta di divisione dell’impegno politico tra appartenenza associativa e voto in cabina elettorale. Lo smembramento dei temi della cultura ecologista ed il loro uso strumentale rende possibili aberrazioni come essere agricoltori biologici e votare Lega oppure essere amici degli animali e votare Forza Italia. Serve quindi un’attività di formazione permanente, anche tramite lo strumento di una scuola di politica verde, per amalgamare le esperienze storiche con le nuove conoscenze, istanze e modalità di presenza e comunicazione verso l’esterno. Evitando la rettorica dell’ideologia giovanilistica, i cui danni sono evidenti oggi nel governo del Paese, e puntando a costruire ed alimentare un ecosistema complesso di conoscenze, età , esperienze, competenze che possono e devono trovare una sintesi evoluta. No all’ “anagrafo-crazia” in entrambe le direzioni, sì invece alla “competenze-crazia”. Unica forza politica ad essersi dotata di questo strumento, abbiamo a disposizione il Comitato Scientifico come strumento di approfondimento dei temi che ci stanno a cuore. Un patrimonio di conoscenze che può Â aiutare gli organismi politici a preparare dossier, anche se poi sta agli organi politici assumersi la responsabilità di decidere. Questo vale anche per i gruppi di lavoro. Alcuni sono già istituiti: comunicazione, 4,5 milioni di nuovi alberi (punto del nostro programma che è diventato un obiettivo della Giunta Bonaccini), clima, energie rinnovabili e Riviera Adriatica eolico-solare Altri sono in via di costituzione: rifiuti, agricoltura. Come da statuto i portavoce nominano i responsabili che coordinano il lavoro dei gruppi. Lavoro da sottoporre poi agli organi politici per l’approvazione dei risultati e delle posizioni politiche proposte.
La costruzione di Europa Verde in Emilia-Romagna
Il nostro percorso si interseca inevitabilmente con il percorso nazionale, in stretto contatto con i Verdi Europei dei quali siamo parte. In autunno, dopo le elezioni regionali ed il referendum sul taglio dei parlamentari (noi siamo per il “No” perché è una misura demagogica che riduce gli spazi di democrazia e rappresentanza), si terrà l’assemblea regionale (epidemia Covid-19, ovviamente, permettendo) per fare il punto della situazione e portare il nostro contributo costruttivo al progetto nazionale di Europa Verde. Un progetto che si concluderà con un’Assemblea costituente nella prossima primavera. Il lavoro non manca. Procediamo con spirito costruttivo e i risultati arriveranno. Come ha dimostrato il ritorno in Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna.
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