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SCUOLA E FORMAZIONE AI TEMPI (E DOPO) IL COVID-19

Pubblicato da Marco Eletti EV il

Questa breve riflessione nasce dal fatto che se l’emergenza sanitaria e i conseguenti cambiamenti hanno portato ad importanti riflessioni sul mondo del lavoro, dell’economia, del sociale, ci risulta ancora poco dibattuto il tema della scuola e della formazione in generale, nonostante l’impatto del lockdown sia stato notevole. 

L’intento di questo documento è pertanto quello di avviare, chiedere una riflessione sul breve e medio periodo con una proiezione più ampia rispetto al tema della scuola, come luogo di formazione e di crescita sociale.

Da un’analisi della situazione attuale non possiamo negare che il mondo scolastico del nostro territorio abbia dimostrato globalmente di sapersi attivare, anche in tempi piuttosto rapidi e in anticipo rispetto alle direttive ministeriali ,con l’utilizzo di servizi e didattica a distanza, garantendo continuità  del servizio e dimostrando che lo strumento informatico può essere un valido supporto, se proficuamente integrato nella didattica quotidiana e con modalità  diverse a seconda delle età  e delle attività .

Risulta però evidente che questa soluzione di emergenza, davvero importante, che ha garantito continuità  e presenza in un tempo così difficile, non basta a garantire l’erogazione di un servizio di formazione e crescita sociale nel lungo periodo.

 Elenchiamo in breve i limiti più evidenti della sola didattica a distanza:

-l’impoverimento delle opportunità  educative e formative, in quanto la scuola a distanza non consente scambi sociali tra pari e con gli adulti, circoscrive le relazioni al solo ambito familiare e riduce notevolmente la possibilità  di apprendimenti più legati al corpo, o attività  che richiedano l’interazione con gli alunni/studenti, favorendo una didattica più trasmissiva.

 L’aumento del divario tra alunni/studenti, in base anche alla provenienza socioculturale delle famiglie, viene accentuato anche dalla mancanza di dispositivi o consuetudine all’uso degli stessi e del wi -fi, dall’assenza di spazi e contesti adeguati allo studio e inoltre dalla necessità  di un accompagnamento/affiancamento quotidiano, in particolare per i più piccoli, nelle attività  scolastiche. Infatti, la didattica a distanza assegna alle famiglie un compito di presenza attiva, che può risultare anche stimolante e costruttivo, ma alla lunga può trasformarsi in un fattore di differenziazione in base alle opportunità  di partenza.

-L’appesantimento dell’impegno delle famiglie (e in particolare delle donne) che devono coniugare la gestione didattica, con conseguente confusione di ruoli, e lavoro. Per le famiglie con ragazzi con bisogni educativi speciali di particolare rilevanza, la situazione si aggrava ed è aggravata anche dalla perdita di altri servizi integrati (es. interventi di riabilitazione”¦)

-la difficoltà  di portare a compimento i percorsi di apprendimento e integrazione degli alunni con bisogni educativi speciali e in particolare di quelli con medie e gravi disabilità , per i quali sono necessari percorsi più personalizzati in contesti relazionali significativi.

-la chiusura dei servizi di mensa scolastica può produrre, soprattutto nei bambini provenienti da famiglie con problemi economici, rischi per la loro salute e il loro benessere mentale.

Sulla base di queste prime riflessioni, riteniamo sia importante che sulla formazione in generale, si apra un ampio e proficuo dibattito, anche alla luce degli elementi di positività  riscontrati, e soprattutto si deve predisporre un piano di interventi tempestivo a livello territoriale e nazionale, con soluzioni coordinate e funzionali alla progressiva e speriamo rapida, ripresa del servizio , (non oltre l’inizio del prossimo anno scolastico,) riapertura che dovrà  necessariamente tenere conto delle esigenze di sicurezza e coniugarle con la qualità  del servizio erogato , nel rispetto dei principi di pari opportunità  e qualità  dei percorsi .

È questa anche l’occasione per rinnovare il dibattito sulla scuola e ripensare soluzioni coordinate e funzionali   per il breve e lungo periodo: dagli incentivi all’uso delle nuove tecnologie con formazione specifica del personale e supporto tecnologico alle famiglie, alla necessità  di nuovo personale qualificato, evitando soluzioni di reclutamento improvvisate e non in grado di garantire una preparazione adeguata.

Un cambiamento di tendenza va sicuramente valutato anche riguardo al numero di alunni per classe, numero che già  risultava eccessivo e inadeguato in termini di sicurezza, salubrità  e qualità  didattica, prima dell’emergenza. Nel breve periodo, nell’ipotesi che a settembre si rendano necessari rientri graduali, occorre che la riflessione e il piano di fattibilità  vengano predisposti con tempestività , per garantire alle scuole e al territorio il tempo necessario per un’organizzazione di spazi e tempi in funzione del distanziamento, anche con modalità  didattiche integrate (in presenza e online) che tengano conto delle esigenze didattiche dei diversi ordini e tipologie di scuola.

Nell’immediatezza, caratterizzata dalla ripresa graduale delle attività  lavorative, per sostenere le famiglie con figli vanno estesi e potenziati aiuti economici quali: i bonus baby-sitter, l’allargamento temporale del congedo parentale, la previsione di un assegno stabile e per le altre situazioni, la garanzia di un reddito di emergenza che consenta di non “lasciare indietro” nessuno.

Già  dalle prossime settimane e per tutta l’estate occorre che i Comuni, di concerto con tutte le agenzie educative del territorio (associazioni sportive, oratori, associazioni culturali”¦) organizzino, nel pieno rispetto dei protocolli sanitari, occasioni aggregative, ludiche e sportive per piccoli gruppi di ragazzi, al fine di riattivare momenti di socializzazione e formazione, utilizzando in primo luogo gli spazi esistenti nelle scuole e nel territorio ( biblioteche, parchi, palestre, oratori,”¦), creando in tal modo micro comunità  educative che compensino il lungo isolamento sociale dei bambini/ ragazzi.

Pare oltremodo necessario prevedere anche una graduale riapertura in sicurezza degli asili nido e delle scuole materne nel periodo estivo.

Loredana Bertani insegnante – Co Portavoce Europa Verde Reggio Emilia

Lorella Bonicelli – Comitato scientifico Europa Verde Emilia-Romagna

Duilio Cangiari – Co-Portavoce Europa Verde Reggio Emilia


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