Bologna, 2 novembre 2017
Paolo Galletti
Pesticidi o agrofarmaci?
Interessante seminario di Legambiente Emilia Romagna
questa mattina a Bologna, sul tema dei pesticidi.
Legambiente ha presentato il suo rapporto annuale
sull’uso dei pesticidi in Emilia Romagna
e proposto di passare in pochi anni all’agricoltura biologica.
Pietro Paris di ISPRA ha portato dati assai allarmanti
sui pesticidi oggi utilizzati in maniera massiccia
in Italia ed in particolare in Valpadana.
Perfino l’atrazina, vietata dal 1992, persiste nelle acque superficiali,
dove si dimezza ogni otto anni, ma rimane costante nelle acque di falda.
Ha poi sottolineato che i limiti di legge sono limiti di tipo amministrative
che non hanno alcun senso in merito ai rischi tossicologici…
E soprattutto ha segnalato la nostra totale ignoranza
rispetto alle miscele di pesticidi che si formano nell’ambiente.
Anche la dottoressa Fiorella Belpoggi del Collegium Ramazzini,
che ha presentato la ricerca sul glifosate,
si è soffermata sulla grave pericolosità dei pesticidi
per la salute umana e per l’ambiente
ed ha sottolineato che non esiste soglia
sotto la quale non si corrono rischi sanitari.
Il professore di agraria Giovanni Dinelli ha illustrato
la necessità di abbandonare l’agricoltura industriale,
insostenibile dal punto di vista agro-ecologico,
e di passare all’agricoltura biologica utilizzando anche tecniche innovative.
Andrea Cenacchi, agricoltore biodinamico,
ha illustrato il funzionamento positivo della sua azienda.
Fin qui, benissimo, ma…
L’esponente di ARPA Emilia Romagna ha ritenuto opportuno
fare molti distinguo e minimizzare di fatto il rischio pesticidi.
L’esponente del gigante cooperativo APO Conerpo
ha poi magnificato le magnifiche sorti della cosiddetta agricoltura integrata,
che in realtà non si capisce bene in cosa consista,
visto che ogni regione la interpreta a modo suo.
Un uso più contenuto di pesticidi? Forse.
Ma il nostro si è spinto a proporre di usare il termine agro farmaci
e non il terrorizzante pesticidi.
Da ultimo, Simona Caselli, assessore all’agricoltura
della Regione Emilia Romagna,
che se da un lato vuole portare l’agricoltura biologica
al 15 per cento della SAU (Superficie Agricola Utilizzabile),
dall’altra sostiene il pacco dell’agricoltura integrata (10 per cento SAU)
e fa la vittima, di fronte alle proteste dell’agricoltura industriale.
Insomma, una bella ambiguità con chi spinge per una vera trasformazione
e chi dà un colpo al cerchio ed uno alla botte.
In questo modo l’obiettivo posto da Legambiente si allontana.
0 commenti