Diga di Vetto (RE)? Inutile e dannosa.
“Acqua fresca dall’Appennino durante i periodi di siccità ? Ma Filippi e i sostenitori della diga di Vetto dove vivono ? Perché in questi giorni non vanno nel forlivese a verificare i livelli di acqua nella diga di Ridracoli ?
Si accorgeranno che la scarsità di piogge di questi ultimi mesi ha messo in crisi l’invaso romagnolo e nemmeno il “nevone” di febbraio è bastato a riequilibrare i fabbisogni di acqua.”
Così la consigliera regionale dei Verdi Gabriella Meo commenta l’ennesima puntata del tormentone che periodicamente il consigliere Fabio Filippi e il centrodestra ripropongono sui mezzi di informazione.
“La Regione Emilia-Romagna ha già bocciato, a suo tempo, l’ipotesi della diga di Vetto ““ ricorda la consigliera Meo ““ perché l’opera sarebbe inutile nei periodi di siccità , sproporzionata per i fabbisogni e verrebbe ad inserirsi in un territorio fragile da un punto di vista idrogeologico e sismico, dato che per S. Polo d’Enza passa una faglia attiva molto importante che interessa l’alveo del torrente e passa per Vetto e che anche di recente ci ha ricordato la sua presenza con le scosse nell’Appennino parmense.”
“Al deficit idrico delle attività agricole ““ continua la consigliera ““ si risponde con il risparmio della risorsa, con la ristrutturazione delle reti per diminuire le enormi perdite di acqua e con la realizzazione di piccoli bacini diffusi sul territorio, preferibilmente nelle casse di espansione e nelle cave esaurite.
Tutte indicazioni che la Regione e le Province hanno già dato approvando i Piani di Tutela delle Acque.” “Gli invasi appenninici ““ conclude Meo ““ non possono contare, al contrario di quelli alpini, sulle riserve d’acqua costituite dai ghiacciai, che comunque stanno assottigliandosi a causa dell’innalzamento globale delle temperature determinato dai cambiamenti climatici.
Per questo motivo, in mancanza di pioggia, una diga sull’Appennino come Ridracoli oggi rimane a livelli inferiori alla media stagionale e si trova a dover scegliere se utilizzare ora l’acqua per irrigare i campi o preservarla per i consumi estivi dei romagnoli.”
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