TAV: Anche la Francia ha i suoi dubbi

Pubblicato da segreteria il

UN DOSSIER DELL’AGENZIA AMBIENTALE ESPRIME PERPLESSITA’ SUI DATI PRESENTATI E SUI RISCHI AMBIENTALI E SOCIALI DELL’OPERA

Secondo il presidente del Consiglio Mario Monti «non possiamo permetterci di andare alla deriva, staccandoci dall’Europa», a cui gli fa eco il ministro dello sviluppo economico Passera: «opera necessaria, utile e strategica per l’Italia». Entra in gioco anche il collega all’Ambiente, Corrado Clini, parlando addirittura di «un caso di scuola di ingegneria sostenibile in difesa dell’ambiente». Il governo si schiera compatto a favore della continuazione dei lavori della nuova linea Torino-Lione, compreso il tunnel di 57 km nelle alpi.

 

A chi protesta, chiedendo il dialogo e un confronto sul progetto in modo da capire se valga lapena farlo, si afferma con decisione che in Francia hanno deciso e hanno “fatto la loro parte”, lasciando intendere che ora spetta all’Italia comportarsi bene e non fare brutte figure con le lamentele e le proteste. Epppure in terra transalpina è addirittura l’Agenzia Nazionale per l’Ambiente, un organo pubblico, a esprimere dubbi sul Tav Torino-Lione, con motivazioni in buona parte corrispondenti a quelle esposte dal movimento No Tav.

In un documento di 28 pagine – portato alla luce per primo dal sito www.direfarepensare.it da cui è visionabile per intero – vengono espresse perplessità  sulle considerazioni portate avanti dai progettisti, sia per l’ottimismo dei dati di traffico proiettati nel futuro che per la coerenza e la precisione del dossier di un’opera importante e complessa come la ferrovia del corridoio 5.

Dubbi sull’impatto ambientale complessivo, in netto contrasto con quanto detto recentemente dal “nostro” ministro dell’Ambiente. Viene raccomandato un migliore studio sull’impatto, sia per quanto riguarda le aree attraversate dalla linea, in particolare campi e boschi. Prioritaria importanza poi viene data dall’Agenzia ambientale francese sulla gestione del materiale degli scavi, una mole corrispondente a milioni di metri cubi.

La richiesta è di non considerare l’ipotesi più ottimistica per qunto riguarda i traffici sui binari, considerando anche che l’attuale linea, ammodernata da pochi anni con una spesa di centinaia di milioni di euro, è ampiamente sottoutilizzata rispetto alla capienza massima. Questo rapporto ha fatto cambiare idea ad alcune associazioni ambientaliste francesi inizialemtne favorevoli all’opera. Evidentemente ora il gioco non vale più la candela, se si epura il “magnifico” progetto Tav delle esagerazioni positive e si guarda più in faccia alla realtà  e ai rischi che questa megaopera comporta.

In Italia le proteste, limitate finora in Val Susa, si sono allargate. Ma nonostante ciò è stata rifiutata la proposta di indire un referendum consultivo, anche nazionale, per decidere se l’opera “s’ha da fare”.

Su questa negazione di un atto di democrazia e consultazione popolare in una situazione di tensione in aumento, il presidente dei Verdi Angelo Bonelli si chiede: «Perché il governo ha paura di un referendum in Val di Susa sulla Tav?». In risposta all’affermazione del ministro Clini il leader ecologista ha ribadito che «dati e numeri alla mano, scienziati e esperti hanno dimostrato che la Torino-Lione è un’opera insostenibile sia dal punto di vista ambientale che da quello economico».


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