HERA: un aumento di capitale da mandare… a rusco!
articolo pubblicato su Terra, quotidiano ecologista, del 13 gennaio 2011
Pierpaolo Lanzarini – Assessore all’Ambiente ““ Sasso Marconi
In questi giorni HERA S.p.A. sta chiedendo ai Consigli dei Comuni soci la ratifica dell’aumento di capitale destinato a finanziare l’acquisto di società impegnate nel business dei rifiuti. Si tratta di una operazione complessa, basata sull’emissione di un prestito obbligazionario convertibile in azioni vere e proprie.
A quanto pare, assemblando varie notizie che riguardano la Holding bolognese, la manovra finanziaria servirebbe per rendere possibile l’acquisto di una società ligure impegnata nel business dello smaltimento di rifiuti. Si mormora però di progetti di acquisizione anche di parte di COSEA e GEOVEST, le due società attualmente “indipendenti” operanti in provincia di Bologna.
L’entrata di HERA in borsa ha generato questa aberrazione dei Consigli Comunali obbligati a scimmiottare i consigli di aministrazione, che perdono intere sedute a dissertare di concambi, di proiezioni, di azioni, obbligazioni, bond ecc…, con i quali, con ogni probabilità , la maggiorparte dei consiglieri comunali non ha mai avuto grande dimestichezza. Così ci si trova a votare, sulla fiducia (o sulla sfiducia, in genere da parte di chi è in minoranza, dalle nostre parti), provvedimenti oscuri il cui unico obiettivo è il mantenimento o il rafforzamento del valore delle azioni di HERA a Piazza Affari.
Non sfugge il cambio di finalità : non più l’erogazione di servizi per la collettività , ma l’appetibilità delle proprie quote. E così se ne è andato “in cavalleria” un investimento fatto coi soldi dei cittadini ““ la municipalizzata ““ che avevano investito, originariamente, in uno strumento al loro servizio.
Qui c’è un ribaltamento di fronte che, da solo, giustificherebbe qualche prudenza nel sostenere queste operazioni finanziarie.
A questo, invece, va aggiunto che da quando è quotata in borsa, tutte le operazioni finanziarie e societarie di HERA S.p.A. non hanno portato ad alcun beneficio diretto in termini di riduzione delle tariffe applicate ai cittadini, sia direttamente, sia attraverso il prelievo della TARSU, anzi, si assiste annualmente a richieste di aumenti ben al di sopra del tasso di inflazione.
Non solo: i costi pro-capite applicati da HERA per i servizi di gestione dei rifiuti solidi urbani e assimilati risultano sempre più alti di quelli praticati da società che producono performance di raccolta differenziata molto più elevate. Due esempi per tutti: Ponte nelle Alpi (BL) e Berlingo (BS). Il primo è un Comune virtuosissimo con una raccolta differenziata (porta a porta, ovviamente) all’86% e costi pro-capite che si aggirano intorno ai 95 euro ad abitante. All’interno dei quali, si badi bene, stanno anche i costi per la manutenzione del verde urbano, oltre agli spazzamenti e alla gestione del centro di raccolta. Il secondo con differenziata oltre il 70% (sempre porta a porta) e costi ad abitante intorno ai 92 euro. Sempre comprensivi di spazzamenti e stazione ecologica.
Ponte nelle Alpi è servito da una srl interamente di proprietà comunale. Berlingo da una spa di proprietà di un consorzio di Comuni.
Da noi, serviti dalla grande azienda industrializzata, quotata in borsa, in grado di esercitare grandi economie di scala, ecc… il costo per servizi similari non riesce a scendere al di sotto dei 125 euro ad abitante. Nel caso del Comune di Sasso Marconi (75 % di RD), che conosco bene, si aggirano intorno ai 135-140.
Certo, ci sono i dividendi, che però, nel caso dei piccoli comuni soci non coprono minimamente tali differenze di costo.
Stanti così le cose, è forte il timore che altri ampliamenti della società produrrebbero un ulteriore allontanamento dagli interessi concreti del territorio e degli utenti per concentrare ancor più di ora l’attenzione sul valore delle azioni in borsa
Per questi motivi, credo che sia necessario, da parte di chi ha responsabilità amministrative, mettere in discussione la proposta di ampliamento di capitale di HERA.
Nell’attesa e con l’augurio che, con un po’ più di lucidità da parte di tutti, si riesca a mettere finalente in discussione il rapporto che attualmente lega le amministrazioni locali alla holding di viale Berti-Pichat.
1 commento
Frisbee · 29 Gennaio 2011 alle 9:02 am
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