QUARS, indice di qualità regionale dello sviluppo: ovvero come si vive in Italia?
dal quotidiano ecologista TERRA del 23 dicembre 2010
a cura di Gabriele Bollini
Nell’ottava edizione del Rapporto QUARS, presentato il 16 dicembre a Roma alla Conferenza Nazionale di Statistica, la classifica regionale del benessere sostenibile vede in testa il Trentino-Alto Adige, l’Emilia-Romagna al secondo posto per il quarto anno consecutivo mentre scendono Lazio e Lombardia, restano invece tali i problemi del Sud.
Oltre il PIL
Come scriveva Michele Serra su La Repubblica del 20 settembre 2009, “fino a pochissimi anni fa mettere in dubbio la sacralità del Pil equivaleva a dimettersi dal dibattito politico. Cose da fricchettoni, da estremisti, da frange utopiste”. Oggi invece è addirittura una Commissione Europea conservatrice che riconosce che il Pil è solo una parte del discorso e che è anche una misura distorta.
Il QUARS è un indicatore finalizzato a mettere in evidenza l’insufficienza del livello di reddito (specialmente se misurato in termini di PIL pro capite) come unica misura del benessere e come base per descrivere il livello e la qualità di sviluppo di un territorio. Per Sbilanciamoci! la qualità dello sviluppo va oltre e considera quindi altri indicatori: la ridistribuzione del reddito, la sostenibilità ambientale, i diritti del lavoro, la dimensione delle pari opportunità , i diritti di cittadinanza, la partecipazione…
Una regione (o in generale, un territorio) caratterizzata da una buona qualità dello sviluppo è una regione in cui la dimensione economica (produzione, distribuzione, consumi) è sostenibile e compatibile con i fattori ambientali e sociali, dove i servizi sociali e sanitari soddisfano in modo adeguato tutti i cittadini, dove è viva la partecipazione alla vita culturale, sociale e politica da parte di tutti, dove si realizzano le condizioni necessarie a garantire i diritti e la parità di opportunità economiche, sociali e politiche tra tutti gli individui, a prescindere dal loro reddito, sesso o paese di origine, dove l’ambiente ed il territorio sono tutelati.
Una regione può anche avere il PIL pro capite molto alto, senza che questo significhi una qualità della vita e dello sviluppo molto alta per i suoi abitanti. Naturalmente, con maggiori risorse si hanno maggiori possibilità di promuovere politiche per raggiungere gli obiettivi di un modello di sviluppo diverso. Ma si può fare anche altro: devastare i territori con infrastrutture inutili o nuove strade, sostenere l’apertura di imprese nocive all’ambiente o cementificare il territorio, aiutare la privatizzazione dei serviz
EMILIA-ROMAGNA
Anche per il 2010 l’Emilia-Romagna si riconferma al secondo posto nella classifica delle regioni italiane secondo l’indice di qualità regionale dello sviluppo. Nonostante l’ottimo risultato complessivo, l’Emilia-Romagna presenta uno sviluppo non molto omogeneo nei diversi aspetti considerati dal QUARS, in particolare relativamente ad alcuni aspetti della qualità ambientale e della situazione economica.
In effetti, l’Ambiente è, tra gli aspetti considerati nell’elaborazione di questo indicatore, quello in cui la regione ha la peggiore prestazione, collocandosi all’undicesima posizione. Essa, infatti, ottiene risultati insoddisfacenti soprattutto nelle variabili di impatto, a causa dell’alta densità abitativa, dell’intensa attività di imprese agricole ed industriali che comporta grandi emissioni di anidride carbonica e di fertilizzanti nel suolo; nonostante ciò, si rileva una cospicua incidenza delle aziende agricole biologiche nel territorio. Inoltre l’utilizzo di energie rinnovabili è ancora limitato al 7,3% dell’energia prodotta, e la superficie protetta copre solamente il 6% della regione. Tuttavia, l’Emilia-Romagna appare all’avanguardia per la diffusione di buone pratiche per la gestione ambientale e soprattutto per la raccolta differenziata: quasi il 43% dei rifiuti totali prodotti vengono differenziati.
Anche nella dimensione Economia e Lavoro, la regione non ottiene i suoi risultati migliori: perdendo due posizione rispetto al 2009, si colloca in settima posizione. La ragione è da ricercarsi, non tanto nell’economia o nel mercato del lavoro, quanto nell’aspetto distributivo del reddito. Infatti, la situazione del mercato del lavoro appare buona, sia in termini di precarietà , sia in termini di occupazione generale: il tasso di disoccupazione, pari al 4,8%, descrive una situazione quasi vicina a quella della piena occupazione. Anche la situazione economica è globalmente positiva, considerando che la quota di famiglie che vivono in condizioni di povertà relativa è la più bassa d’Italia. Questi brillanti risultati non trovano un adeguato riscontro nell’aspetto distributivo, che appare caratterizzato da una distribuzione di ricchezza iniqua: questo risultato si inquadra pienamente nel peggioramento dell’indice di Gini registrato in questa regione e a livello nazionale.
Il buon risultato ottenuto per Diritti e Cittadinanza proviene dalla presenza di un ottimo sistema di erogazione di servizi di alle famiglie e di sostegno alle classi sociali più deboli, inclusi gli stranieri. Tuttavia, si individuano campi di minore efficienza, come quello della salvaguardia del diritto alla casa, dove la regione si classifica al terzultimo posto con 3,66 sfratti ogni 1000 famiglie, e l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, come dimostrato dalla scarsa presenza sul territorio di cooperative di tipo B.
Nella dimensione Salute si nota un miglioramento rispetto allo scorso anno, che porta l’Emilia-Romagna in terza posizione. La punta di diamante è rappresentata dall’efficacia del sistema sanitario in termini di assistenza domiciliare e prevenzione dei tumori, a cui si sottopone più del 99% della popolazione femminile. In leggero ritardo, invece, i progressi compiuti per migliorare l’efficienza in termini di attese e di mortalità evitabile. La soddisfazione percepita dalla popolazione supera abbondantemente la media nazionale.
Anche per Istruzione e Cultura l’Emilia-Romagna si colloca al terzo posto, registrando risultati molto buoni in tutti gli aspetti considerati. In particolare, la regione mostra un contesto in cui una quota crescente di popolazione raggiunge il titolo universitario (quasi il 12%) e il sistema scolastico ha intrapreso una politica edilizia rispettosa dell’ambiente. Unico tasto dolente è la dotazione di biblioteche della regione, che contrasta con gli ottimi risultati ottenuti dal sistema universitario regionale, sia per l’ottima qualità dell’offerta accademica che per la forte attrattività dell’Università di Bologna.
I risultati riguardanti le Pari Opportunità rivelano come la partecipazione femminile alla vita politica ed economica della regione siano molto soddisfacenti. Il terzo posto in cui si colloca anche quest’anno la regione si deve all’ottimo inserimento delle donne nel mercato del lavoro (l’occupazione maschile eccede quella femminile di solo il 15%) e alla presenza di strutture di supporto per la partecipazione della donna nella vita sociale (il numero di asili nido è il più alto in Italia, dopo la Toscana).
Anche per la Partecipazione dei cittadini, l’Emilia-Romagna si riconferma al terzo posto. Il terzo settore gioca un ruolo determinante nella regione, sia in termini di partecipazione della popolazione alla attività della società civile, sia per la diffusione di associazioni di volontariato sul territorio. Il forte senso civico è confermato dai dati sulla partecipazione politica, la più alta in Italia: alle elezioni politiche del 2008, si sono recati alle urne oltre l’86% della popolazione avente diritto.
Ambiente | Economia e lavoro | Diritti e cittadinanza | Salute | Istruzione e cultura | Pari e opportunità | Partecipazione | QUARS | |
Valore | -0,05 | 0,59 | O,49 | 0,61 | 0,6 | 0,72 | 0,62 | 0,51 |
Posizione | 11 | 7 | 4 | 3 | 3 | 3 | 3 | 2 |
Rispetto al 2009 | -2 | -2 | -1 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 |
nota – quanto più i valori si allontanano dallo zero, tanto più sono distanti dal valore medio.
(fonte Rapporto Quars 2010, Sbilanciamoci!)
puoi leggere sul Rapporto QUARS 2010 a questo indirizzo: http://www.sbilanciamoci.info/
mentre puoi scaricarlo da: http://www.sbilanciamoci.org/index.php?option=com_remository&Itemid=53&func=select&id=5
1 commento
paolo galletti · 30 Dicembre 2010 alle 3:07 pm
Mi pare che questo rapporto sia molto utile, sia pure facendo la tara alle satistiche in sè ( se uno mangia un pollo ed un altro muore di fame la statistica dice che c’è mezzo pollo a testa).
L’emilia Romagna tallona il mitico Trentino!
Però vedere le luci ( agricoltura biologica!raccolta differenziata) che portano anche il segno dell’impegno verde di decenni e le ombre ( impatto sul territorio ma anche accesso alla casa..)ci può
aiutare per capire dove indirizzare una azione politica costruttiva e risolutiva. mi pare un rapporto da meditare e da far conoscere