Energia, autonomia, democrazia

Pubblicato da Gabriele il

Il tema dell’energia è profondamente legato alla vita delle persone e, con le nuove possibilità  offerte dalla tecnologia, interroga e sfida il modello di sviluppo delle comunità  di ciascun territorio. Per questo motivo si intreccia naturalmente con percorsi quali quello dei Gruppi d’Acquisto Solidali (GAS) e dei Distretti di Economia Solidale (DES).

Vi sono oggi nuove prospettive di mutualità , cooperazione, solidarietà  e decentramento nell’ambito della produzione, condivisione e distribuzione dell’energia, che sono state ben colte in alcune esperienze d’oltralpe (es. Schonau, D) e nel Contratto Mondiale per l’Energia (2006).

Si tratta di un tema impegnativo, anche perché impone di confrontarsi con il mercato dell’energia cogliendo le nuove opportunità  della recente legislazione (a partire dal Decreto Bersani, 1999) riguardo alla liberalizzazione, alle possibilità  di controllo democratico della filiera, al cooperativismo energetico di auto produzione e auto consumo, all’incentivazione delle fonti rinnovabili, ed in generale riguardo alle potenzialità  che le nuove tecnologie potranno dare ai piccoli utenti per diventare soggetti attivi nella gestione del sistema elettrico, come già  succede nelle reti informatiche.

Per esempio, la liberalizzazione del mercato dell’energia (dal luglio 2007), consente la costruzione di uno scenario quanto mai interessante, in cui il cittadino ha la possibilità  di scegliere il proprio fornitore, e di sceglierlo non solo in base a calcoli esclusivamente economici, ma facendo riferimento a valori etici, solidali ed ecologici. Finalmente possiamo essere utenti attivi nella scelta delle sorgenti di approvvigionamento: è possibile cioè decidere la provenienza dell’energia elettrica in modo da appoggiare, per esempio, le produzioni da fonti rinnovabili. Inoltre è ora possibile, anche per singolo cittadino, produrre energia elettrica da pannelli fotovoltaici o da altre fonti rinnovabili ed utilizzare la rete pubblica come contenitore compensativo e distributivo: vendo quella che produco e compro quella di cui ho bisogno. E’ possibile quindi gettare uno sguardo verso un futuro di liberazione dalla dipendenza energetica (fino ad oggi prodotta in modo centralizzato con risorse fossili, non rinnovabili), rispettando al contempo i valori etici.

In sostanza che cosa possiamo fare come consumatori di energia?

Posso acquistare energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili da solo o insieme ad altri, magari con un Gruppo di acquisto (GAS) di energia da FER (certificata) ma posso anche produrmi l’energia che mi serve (da solo o insieme ad altri). Dal 2007, infatti, è possibile, anche al singolo cittadino, produrre energia elettrica da pannelli fotovoltaici ed utilizzare la rete pubblica come contenitore compensativo e distributivo: vendo quella che produco e compro quella di cui ho bisogno.

Grazie alle caratteristiche della corrente elettrica (le diverse fonti di produzione producono sempre il medesimo elettrone) è possibile diventare utenti attivi nella scelta delle sorgenti di approvvigionamento, è possibile, cioè, decidere la provenienza della fornitura, in modo da appoggiare, per esempio, le fonti rinnovabili.

Possiamo pensare all’organizzazione (e alla costituzione) di un gruppo di acquisto di pannelli fotovoltaici per la produzione autonoma di energia elettrica; e oramai sono tante le esperienze in giro per l’Italia.

Lo Stato consente a tutti i cittadini di installare un impianto fotovoltaico riconoscendo un contributo per ogni kWh prodotto, indipendentemente dall’uso che poi si fa dell’energia prodotta (vendita o autoconsumo).

Questo tipo di incentivo (Conto Energia) è lo stesso che da anni ha portato la Germania ad essere uno dei Paesi con più impianti solari e fotovoltaici d’Europa. Ora si tratta di far conoscere questa legge, e, soprattutto di rendere accessibile il Conto Energia a tutti.

La proposta si rivolge ai tutti coloro interessati a formare un Gruppo d’Acquisto (più o meno solidale) che si occupi di trovare le migliori condizioni qualitative di acquisto (pannelli a basso impatto e costo energetico) ma che si occupi anche della migliore assistenza per l’installazione dei pannelli: che si preoccupi in sostanza di curare ogni aspetto della questione.

È evidente che c’è una parte tecnica nella proposta che va oltre il semplice acquisto. Questa parte può essere materia di una ESCo (Energy Service Company): Società  di servizi energetici che possono fornire il supporto e la supervisione tecnica nonchè seguire i rapporti con gli aderenti, con gli installatori e ovviamente fornire gli altri servizi (assicurazione e banca).

E’ possibile approntare una procedura che permette di raccogliere le adesioni e di dare assistenza in tutti i passaggi: studio di fattibilità , installazione dell’impianto, assistenza tecnica, analisi finanziaria e contatti bancari, assicurazione, erogazione del contributo.

Ma è anche possibile acquistare energia elettrica prodotta con fonti rinnovabili come propone, ad esempio, il progetto “CO-Energia: consumare e produrre insieme energia da fonti rinnovabili”.

A partire dal 2007 si è venuto formando un gruppo di lavoro che è nato attorno ad un progetto elaborato dal DES Brianza (CO-ENERGIA ““ consumare e produrre insieme energia da fonti rinnovabili) e dal progetto Co-Energia è nata una associazione: l’associazione di promozione sociale “CO-energia ““ progetti collettivi di economia solidale”. Un’associazione di secondo livello in quanto non associa singole persone o aziende, ma solo associazioni che si pongono come soggetti aggregatori a livello nazionale dei Gruppi di Acquisto Solidale, come l’associazione GAS-Energia, e le associazioni che attuano i progetti di Distretti di Economia Solidale o altre associazioni che si riconoscono nella Carta della Rete Italiana di Economia Solidale.

Il gruppo ha definito le caratteristiche di un progetto di Economia Solidale nel campo dell’energia ed ha individuato, dopo aver passato al setaccio dei criteri di economia solidale i vari produttori di energia “dichiarata” pulita, due partner, Cleanpower e Banca Popolare Etica con cui stipulare accordi e tracciare così le basi di un accordo solidale. Il percorso è durato a lungo per la difficoltà  di individuare partner affidabili e credibili, la delusione per tentativi falliti di cooperazione con altri partner.

La dichiarazione di intenti stipulata con i partner consiste nella definizione condivisa di un modello di contratto per la fornitura di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili a privati domestici (ed in seguito anche a P.IVA) e delinea le caratteristiche della partecipazione alle certificazioni, alla definizione del prezzo, alla reciproca trasparenza a sostegno del canale fiduciario, alle modalità  per informare dettagliatamente sui consumi e sulla tracciabilità  della filiera, infine definisce i tempi e le modalità  per un periodo di sperimentazione.

Il periodo di sperimentazione, appena partito, assume un significato molto importante perché, oltre a permettere il necessario rodaggio, diventa il tempo ed il luogo privilegiato perché il progetto possa essere conosciuto e fatto proprio da tutti i soggetti dell’Economia Solidale che siano interessati a farvi parte.

Il progetto sull’energia non si concluderà  con l’accordo collettivo di fornitura di energia elettrica secondo canoni di Economia Solidale. Quest’accordo servirà , da un lato, a dare subito agli utenti un’alternativa rispetto ai grossi monopoli, attraverso l’accesso ad una fornitura da parte di un soggetto profit che si connota per la sua natura di produttore esclusivamente da fonti rinnovabili; dall’altro lato esso servirà  per fare un altro passo e liberare risorse finanziarie per i progetti di Economia Solidale dell’Associazione CO-Energia e dei territori ad essa consociati.

Tuttavia, il progetto non può fermarsi a proporre l’acquisto di energia, seppur da rinnovabili, ma vuole innescare processi virtuosi di riduzione della dipendenza dall’energia da fonti fossili attraverso il risparmio, l’efficienza e la produzione locale di energia. Esso prevede, pertanto, una seconda fase che avvia e sostiene esperienze territoriali di co-partecipazione attiva quali gli impianti collettivi e le reti locali di produzione e consumo. Si vuole sperimentare un modello decentrato e partecipato di produzione di elettricità  da fonti rinnovabili con figure giuridiche cooperative o di azionariato popolare, riducendo per quanto possibile il consumo di materia e di territorio, il degrado paesaggistico e le dispersioni energetiche. Verranno prese in considerazione le forme di finanziamento disponibili (con particolare attenzione all’eticità  delle stesse) e le forme di incentivazione previste ai livelli pubblici (comunali, provinciali, regionali, nazionali ed europei). Lo scenario auspicabile potrebbe essere quello di tante medie e micro-produzioni da fonti rinnovabili, promosse e controllate da associazioni territoriali, che vengano raccolte ed acquistate da un partner distributore/fornitore con cui si fa un accordo di economia solidale.

Ma c’è anche chi l’avventura dell’autoproduzione l’ha già  avviata, come, per esempio, RetEnergie “cooperativa elettrica di produttori e utilizzatori di energia da fonti rinnovabili” (www.retenergie.it) (uno dei compagni di strada del progetto Co-Energia).

Retenergie nasce nel Dicembre 2008 da un nucleo di persone provenienti da varie esperienze professionali e da diverse regioni d’Italia legate dall’intenzione di allargare e potenziare l’esperienza di democratizzazione energetica -“Adotta un kw” promossa dall’Associazione Solare Collettivo Onlus (www.solarecollettivo.it) e culminata nel corso del 2008 nella costruzione di un impianto fotovoltaico da 20 Kw.

La Cooperativa Retenergie ha lo scopo di produrre energia da fonti rinnovabili e un domani venderla ai soci stessi. Il progetto è fortemente caratterizzato da una serie di elementi basilari che lo rendono unico nel panorama nazionale; l’idea è quella di costruire una rete di autofinanziamento per rendere i cittadini partecipanti attori consapevoli nel mondo della produzione di energia, sottolineandone gli aspetti etici e ambientali, e creando un modello ripetibile di economia solidale e sostenibile.

I soci di retenergie sono promotori e proprietari di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e a casa loro potranno virtualmente e virtuosamente utilizzare l’energia prodotta dai loro stessi impianti.

La cooperativa è nata da poco ed è nella fase di progettazione e sviluppo degli impianti a bassissimo impatto ambientale – il primo fotovoltaico diverrà  operativa a metà  2010, il primo idroelettrico a inizio 2011 – e di organizzazione interna. Data la diffusione nazionale dei soci la cooperativa si sta strutturando attraverso Nodi Locali che operano a livello regionale.

Gli obiettivi di Retenergie sono:

  • produrre energia con la costruzione di impianti da fonti rinnovabili attraverso la forma dell’azionariato popolare;
  • conferire l’energia prodotta ai soci, chiudendo così un circolo virtuoso che parte dalla produzione arrivando fino al consumo;
  • attuare azioni di risparmio ed efficienza energetica

Da parte di chi è attento a problemi ambientali e sociali quali inquinamento, limitatezza delle risorse, equità  nella loro distribuzione, valutazione dell’impronta ecologica, partecipazione democratica, Retenergie si delinea come un’opportunità  dalle enormi potenzialità .

La cooperativa si propone anche come luogo di scambio e laboratorio per la nascita di idee legate allo studio di nuovi modelli di sviluppo e di democratizzazione energetica.

La cooperativa è aperta a singoli cittadini, aziende e amministrazioni pubbliche; la partecipazione può essere sotto due forme comunque interscambiabili:

  • Soci sovventori: interessati ad intervenire con una partecipazione di capitale -minimo 500 euro- finalizzata alla realizzazione di uno o più progetti; è una forma di investimento etico con un rendimento economico basato sul risultato della società  di fine anno.
  • Soci cooperatori: interessati ad utilizzare l’energia prodotta dagli impianti della cooperativa per la loro utenza elettrica quando questa sarà  disponibile; hanno anch’essi una partecipazione di capitale come i sovventori con un rendimento economico sempre basato sul risultato della società  di fine anno ma inferiore a quello dei sovventori.

Un’esperienza altrettanto interessante e soprattutto riproducibile in giro nei territori e quella promossa dalla associazione GASEnergia (una associazione “di scopo” dei GAS): Progetto “Solare in multiproprietà “ ovvero la palestra fotovoltaica a Castelleone (CR) (www.dossoenergia.it).

Il Progetto segue la pista di lavoro tracciata dai promotori di “CO”“ENERGIA”, proponendo la sperimentazione di un modello di impianto solidale che produca energia da fonte fotovoltaica in un contesto partecipato di “democrazia energetica”.

Questo progetto, oltre agli innegabili benefici economici ed ambientali che potrà  generare, potrà  contribuire a rafforzare il legame tra l’energia, la vita dei singoli e del territorio, generando nei cittadini la percezione del territorio come propria “grande casa” e l’innovazione come “grande opportunità “.

Il ruolo dell’ente pubblico (in questo caso il Comune di Castelleone) consiste nell’innescare, sostenere e validare percorsi che aumentino il livello di partecipazione attiva dei cittadini sul tema energia. L’associazione GASenergia, inoltre, propone ed auspica l’impegno di aziende, enti pubblici e cittadini per l’avvio concreto di progetti capaci di coinvolgere tutti in una grande opportunità  di conversione energetica e di partecipazione attiva al futuro del territorio.

Gli obiettivi: Realizzazione di una convenzione con il comune di Castelleone per la raccolta del finanziamento necessario presso le famiglie di Castelleone e dei GAS aderenti a GASenergia e per la realizzazione e la gestione della multiproprietà  dell’impianto.

L’idea base è quella di dividere tra i cittadini/finanziatori le quote di un impianto fotovoltaico, in un Progetto di collaborazione tra Ente Pubblico locale e privati:

Il Comune di Castelleone ha individuato e messo a disposizione il tetto di una palestra cittadina e realizza l’impianto fotovoltaico grazie al finanziamento ottenuto tramite le quote acquistate dai cittadini.

I cittadini, in forma associata (società  o cooperativa), in particolare coloro che per i più diversi motivi non sono in grado di dotare la loro abitazione di un tetto fotovoltaico (impossibilità  logistico/economica, ubicazione nel centro storico, indisponibilità  del tetto…) possono, così, contribuire alla produzione ed immissione in rete di energia “pulita” da fonte rinnovabile e, contemporaneamente, con un moderato, accessibile e graduabile impegno di risorse economiche, godere degli incentivi ricevuti in “Conto Energia”, riscuotendo le rate in proporzione all’entità  dell’impegno sottoscritto, per 20 anni, così come previsto dal DM 19.02.2007, con la previsione di una remunerazione sicura del capitale impegnato.

La cosa ha avuto un successo tale che altre esperienze sono partite e stanno partendo nei territori contermini.

In conclusione, nessun problema quindi: se ci si vuole per il momento limitare all’acquisto di energia elettrica cambiando fornitore e si fa parte di un GAS (gruppo di acquisto solidale) o di una associazione che sul proprio territorio ha costituito un DES (distretto di economia solidale) si può aderire alla fase sperimentale di Co-Energia, se si è già  pronti/interessati ad investire nella autoproduzione di energia si può allora aderire a RetEnergie.

Non dimentichiamo però che esiste sempre (e prioritariamente) la miniera del risparmio. È grazie infatti alle sceltedi ogni giorno che è possibile ottenere risparmi elevati. I piccoli interventi che possiamo trovare oramai in libri e fascicoli permettono quasi sempre di ridurre la nostra bolletta elettrica ben oltre il 20% e in alcuni casi ridurre in maniera sostanziale anche le spese per il riscaldamento.

L’era dell’energia facile è oramai alle nostre spalle e ciascuno di noi deve chiedersi ora cosa sia “sufficiente”.

Mentre efficienza significa fare le cose nel modo giusto, sufficienza equivale a fare le cose giuste. È necessario chiederci prima di tutto: ho bisogno di tutta l’energia che utilizzo? Posso forse ottenere lo stesso risultato e mantenere condizioni di benessere utilizzando meno energia?

La prima fonte energetica rinnovabile è infatti l’energia che evitiamo di consumare (ma questa è un’altra storia che magari affrontiamo una prossima volta).

Gabriele Bollini (Associazione Co-Energia e Rete di Economia Solidale)

Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio.

Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia.”

(Don L. Milani da “Lettera ad una professoressa”)


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