Darsena di Bellaria, La Provincia impone una nuova tabella di marcia
BELLARIA – Il presidente Ferdinando Fabbri mercoledì pomeriggio ha incontrato in Provincia le categorie economiche dell’Emisfero, quelle che da circa due mesi sono in rotta di collisione col sindaco Scenna sulla partita della darsena, ed ha comunicato loro la nuova tabella di marcia: un supplemento d’istruttoria sui rischi erosivi legati alla darsena, aggiornando il vecchio modello matematico, poi un cronoprogramma delle opere per garantire il minor impatto possibile sulle attività turistiche e un altro incontro dopo l’estate per esaminare i contenuti dell’accordo di programma. Come viene valutata la “mossa” di Fabbri nel mondo politico bellariese? “Finalmente anche altri vengono sulle posizioni che Altra Idea va ripetendo da tre anni. Vedo con piacere che la battaglia fatta ha dato i suoi frutti”, attacca Vittorio Guerra. “L’intervento di Fabbri suona come una sconfessione nei confronti del sindaco”, dice Roberto Maggioli di Forza Italia. “Ancora una volta Fabbri è costretto a fare le veci di Scenna, ma è chiaro per tutti che in questo modo il presidente della Provincia ha azzerato l’iter seguito dal sindaco che era finalizzato a velocizzare al massimo le procedure per riuscire a far partire i lavori,” aggiunge. “Si tratta di una vera e propria delegittimazione del sindaco. Ma in questa storia anche Nando Fabbri non ci fa una bella figura perché il suo è un ravvedimento a scoppio ritardato e sembra mosso da un fine politico”. Quale? “Salvare una situazione di rottura con la città che si era fatta molto pericolosa per i Ds, soprattutto in vista delle elezioni del 2009. Ma forse si tratta anche di una rivincita personale, perché è risaputo che i rapporti fra Scenna e Fabbri non siano idilliaci.”
Il centrodestra spara ad alzo zero, ma anche nel fronte del centrosinistra c’è chi guarda con distacco alla sortita di Nando Fabbri: “Quelle che sembrano “concessioni” in realtà sono cambiamenti necessari, per i quali mi sono personalmente battuto”, spiega Simone Faccini, capogruppo dei Verdi in consiglio comunale. “Sono contento che adesso venga presa in considerazione la difesa dell’ambiente e l’attenzione a certe problematiche, ma credo si potesse iniziare un pochino prima a diventare sensibili a questi argomenti.” Ma nel merito i Verdi non ritengono che la situazione sia ancora definitiva: “Ci riserviamo di vedere quali saranno questi nuovi studi e di valutarne gli effetti. Per ora abbiamo solo degli annunci ma a me piace stare sui fatti”, conclude Faccini. Vista la piega che stanno prendendo le cose, a suo parere come ne esce Monica Giorgetti da questa storia? Faccini non vuole infierire sulla ex collega di partito che ha votato a favore del progetto rompendo con i Verdi: “Ognuno è responsabile delle cose che ha detto e degli atti amministrativi che ha compiuto, ma preferisco non fare polemiche.” Ma oggi se c’è qualcuno fra i Verdi che può cantare vittoria è Daniela Guerra, capogruppo regionale del “Sole che ride”, che la battaglia sullo screening l’ha fatta fino in fondo arrivando anche a presentare una dettagliata osservazione tecnica in Provincia.
Claudio Monti
(Tratto da “La Voce di Rimini” del 13 aprile 2007)
0 commenti