Più rigore contro i fumi

Pubblicato da Alessandro Ronchi il

La Commissione Ue ha approvato ”con riserve” il piano nazionale italiano di assegnazione delle emissioni di anidride carbonica 2008-2012, nel quadro dell’applicazione del protocollo di Kyoto. Bruxelles chiede all’Italia di ridurre la quantità  di tonnellate di emissioni consentite.

La Commissione Ue ha chiesto all’Italia di ridurre del 6,3% il totale di emissioni di Co2 attribuite dal Governo italiano alle 1000 industrie circa interessate dalla direttiva europea sull’emissioni trading (industrie elettriche, cementifici, vetrerie, raffinerie ecc).

Le emissioni consentite dalla Commissione europea sarebbero pari a 195,8 milioni di tonnellate di Co2, rispetto ai 209 milioni assegnati dal Governo italiano dopo una lunga mediazione tra il ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani (che voleva più permessi) e quello dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio (che chiedeva più rigore contro i gas serra).

Per il ministro dell’Ambiente bisogna adeguarsi all’Unione europea e “lavorare perché anche altri settori come trasporti ed edilizia contribuiscano, facendo così capire agli industriali che non si chiede solo a loro. E’ evidente che il settore dove si può intervenire è quello della produzione di energia e qui chi guadagna di più perché ha un costo molto basso della materia prima e contribuisce di più a dare CO2 ovviamente è il carbone. Ovvio – aggiunge Pecoraro – che bisogna chiedere che il sacrificio maggiore lo faccia il settore del carbone”.

“Se il ministro per lo Sviluppo economico avesse dato ascolto al ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio – sostiene Grazia Francescato, deputata dei Verdi – l’Ue avrebbe sicuramente approvato senza riserve il piano. Adesso dobbiamo trarre profitto dalla lezione, il che vuol dire dare un taglio drastico alle emissioni di gas serra abbandonando la via del carbone cosiddetto “pulito”.

Dello stesso avviso la senatrice Loredana De Petris che dice che “a questo punto invece di insistere sulla strada dell’acquisto all’estero di maggiori diritti di emissione è urgente una seria riflessione sulle proposte scriteriate, che ancora arrivano anche da esponenti della maggioranza, di utilizzo di fonti fossili, come il carbone”.

Soddisfatte anche le associazioni ambientaliste ”un atto dovuto – spiegano in un comunicato Wwf, Legambiente e Greenpeace – per allineare, seppur parzialmente, la politica italiana agli obiettivi di Kyoto, almeno nel settore industriale”.

In base ai nuovi tetti di emissione consentiti da Bruxelles il sistema produttivo italiano dovrà  quindi fare uno sforzo aggiuntivo per rendere più efficienti e a minor emissione le produzioni, diversamente sarà  costretto ad acquistare nella Borsa delle emissioni le quote necessarie per rispettare i vincoli.

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