Ambiente insalubre
L’inquinamento ambientale, soprattutto nei paesi emergenti e in quelli poveri, è responsabile del decesso di almeno 13 milioni di persone l’anno in tutto il mondo.
La stima è dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha analizzato in un rapporto le ripercussioni sulla salute dell’inquinamento ambientale, dall’aria all’acqua fino all’agricoltura (per esempio l’impatto dell’uso intensivo di pesticidi) e alle pessime condizioni di molti luoghi di lavoro, cosa che ad esempio caratterizza gran parte del rampante capitalismo socialista cinese.
Anche i paesi ricchi non sono immuni, ovviamente, anche se l’impatto in termini di vite umane è ridotto. In Italia, sottolinea l’Oms, si registrano almeno 91mila decessi l’anno per cause ambientali. Ma con interventi adeguati è possibile rimediare alla situazione, arrivando a ridurre in brevissimo tempo del 20% circa il numero di decessi.
“Gli allarmanti dati confermano che la lotta al degrado ambientale rappresenta una priorità anche per la tutela della salute”, ha detto il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. ”Anche questi dati – ha aggiunto – dovrebbero convincere tutti che quando parliamo di temi come la qualità dell’aria, dell’acqua di lotta all’inquinamento atmosferico ed ai cambiamenti climatici parliamo di temi prioritari per tutto il Pianeta e per la nostra salute”.
Su tutti i problemi ambientali nel rapporto dell’Oms spiccano i cambiamenti climatici e le conseguenze negative sugli ecosistemi, a cominciare dalla desertificazione che genera carestie ed esodi da parte delle popolazioni colpite.
Il rapporto presentato dall’Oms a Vienna fa il punto paese per paese. Maggiormente in difficoltà i Paesi poveri. Se la passano molto male Angola, Burkina Faso, Mali e Afghanistan. In 23 Paesi, inoltre, oltre il 10% dei decessi sono legati a due soli rischi ambientali: l’acqua insalubre e la mancanza di igiene da una parte, e l’inquinamento all’interno delle case causato dall’impiego di combustibili solidi per cucinare dall’altra.
“E’ importante – sottolinea Susanne Weber Mosdorf, dell’Oms – quantificare i costi generati da un ambiente malsano e non sicuro. Queste informazioni rappresentano la chiave affinché i Paesi individuino gli interventi più appropriati da mettere in campo”.
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