Pianeta malconcio

Pubblicato da Alessandro Ronchi il

Il 5 giugno è la giornata mondiale per l’ambiente. A causa dei cambiamenti climatici in atto, non sarà  una bella festa, come molti sanno e come anche i dati Onu contribuiscono a ricordare. Dai ghiacci alle specie animali e vegetali in calo per colpa di inquinamento e antropizzazione, la situazione è tutt’altro che rosea.

 

La è stata istituita nel 1972 dall’assemblea delle Nazioni Unite per sensibilizzare in materia l’opinione pubblica a livello mondiale e favorire l’azione e l’attenzione del mondo politico. I principali eventi dell’edizione 2007 si terranno in Norvegia mentre lo slogan prescelto è, quanto mai appropriato, ”Ghiaccio che si scioglie, un tema che scotta?”.

 

Obiettivo dell’Onu è far sì che “le persone diventino agenti attivi dello sviluppo equo e sostenibile; accrescere la consapevolezza che le comunità  sono di importanza fondamentale per il cambiamento dell’atteggiamento riguardo le questioni ambientali; promuovere partnership, che garantiranno a tutte le nazioni e popolazioni un futuro maggiormente sicuro e prospero”.

 

Il direttore dell’Unep, il programma ambientale delle Nazioni Unite, Achim Steiner, ha sottolineato come ci sia “così poco tempo per evitare i danni e gli effetti negativi del cambiamento climatico. Esistono numerose soluzioni alla portata di tutti, come sostengono molti economisti, soprattutto se paragonate a ciò che si spende per soddisfazioni personali”.

 

Tornando ai dati Onu, di allarmante ci sono i numeri delle emissioni di CO2, triplicate fra il 2000 e il 2004 e la perdita da parte degli oceani della capacità  di assorbirle. L’autorevole rivista Science riporta che il fenomeno è stato osservato in diverse e grandi aree oceaniche, in particolare nella parte meridionale dell’oceano che circonda l’Antartico.

 

Quanto alle specie, c’è da registrare un declino del 29% dal 1970 al 2003 di tutte quelle di vertebrati terrestri, marini e di acqua dolce. A più del 55% ammonta il declino delle specie tropicali terrestri dal 1970 al 2003. Per quel che riguarda gli oceani i registra un’allarmante perdita di oltre il 50% dal ’70 al 2000 per le specie che vivono nelle acque del sudest asiatico e dell’India.

Categorie: Generale

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